Pistia stratiotes L.
La lattuga d’acqua è una pianta perenne d'acqua dolce natante (galleggiante non ancorata al fondo) ampiamente distribuita nelle regioni tropicali e subtropicali. Presenta foglie spatolate di colore verde chiaro e vellutate, con peli idrorepellenti e nervature parallele che formano rosette con un diametro che può raggiungere anche più di 60 cm di diametro. Ha lunghe radici fibrose e piumose (fino anche 1 m), che pendono al di sotto della rosetta, nell’acqua, da cui assorbono le sostanze nutritive. La fioritura in Italia avviene tra maggio e settembre e i pochi fiori sviluppati sono apetali, poco appariscenti, unisessuali e disposti in un’infiorescenza a spadice, al centro della pianta, all’ascella delle foglie. I frutti ovoidali sono bacche di colore verdastro lunghe 5-10 mm, che contengono 4-15 semi oblunghi e rugosi, che a maturazione sono di colore marrone chiaro e contengono una piccola camera d'aria.
Plantae
Tracheophyta
Magnoliopsida
Alismatales
Araceae
Apiospermum obcordatum (Schleid.) Klotzsch
Limnonesis commutata (Schleid.) Klotzsch
Water lettuce, Tropical duckweed
Non è ancora ben chiaro quale sia l'areale nativo di P. stratiotes, ma ricerche recenti hanno individuato l’area caraibica come possibile zona d’origine.
Questa pianta acquatica può colonizzare rapidamente le acque dolci, creando problemi per gli ecosistemi locali. Attualmente risulta naturalizzata e invasiva in diversi Stati europei, tra cui: Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi.
Il primo focolaio di invasione di Pistia stratiotes in Italia è stato documentato nel 1998 in Lombardia, a Bodrio Le Margherite (CR). Successivamente è stata trovata nel 2007 in Toscana (Versilia), dove già si registravano i primi impatti negativi sugli stock ittici. Nel 2008, la specie è stata segnalata come casuale in Campania in località Masseria Giardino a Villa Literno (CE): probabilmente la sua comparsa è da far risalire a dopo il 2000, ma nel breve periodo è stata evidente la sua diffusione rapida nei corsi d’acqua a lento scorrimento del settore meridionale della piana alluvionale del fiume Volturno. Già segnalata come casuale, nel 2023 P. stratiotes è stata rinvenuta come specie naturalizzata nel Lazio, a Roma (nei pressi di Villa Doria Pamphilj) e provincia (Palestrina). Nelle regioni dove la specie è casuale, la sua presenza è spesso nota da tempo: in Veneto vi sono segnalazioni già dal 2006 nel Padovano, mentre in Emilia Romagna da prima del 2010 e in Friuli Venezia Giulia è stata rinvenuta in una sorgente calda a Bosco Brussa nel comune di Palazzolo dello Stella (UD) nel 2010. Nonostante non siano stati registrati popolamenti stabili, le segnalazioni per questi territori si ripetono anche con continuità. Questo indica che la specie è presente in queste regioni, forse come coltivata o in uno stato di quiescenza che si interrompe quando vi sono le giuste condizioni ambientali (es. piante da semi o piccole piante clone che sfuggono ai monitoraggi).
Attualmente è presente come alloctona invasiva in Toscana e in Campania, naturalizzata in Lazio, mentre è casuale in Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2025 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.
P. stratiotes è una delle più comuni infestanti acquatiche nei climi tropicali, ma si è adattata anche alle latitudini di climi più temperati. Cresce in fiumi e bacini idrici, canali di irrigazione, stagni, laghi, canali e fossati, in condizioni fisiche e chimiche variabili, ma prediligendo acque a lento scorrimento ricche di nutrienti. In Europa è stato osservato come le acque termali, più calde, rappresentino siti importanti per la specie, in cui può essere presente tutto l’anno senza la fase di riposo invernale. È in grado di tollerare un certo grado di salinità dell’acqua (200 mM NaCl) e può colonizzare anche habitat caratterizzati da periodi di assenza d’acqua, ancorandosi al suolo umido del corpo idrico o resistendo grazie ai semi.
È in grado di produrre semi vitali, ma in Europa non vi sono evidenze di germinazione in ambiente naturale. La propagazione vegetativa è predominante e avviene attraverso la produzione di nuovi cloni, da stoloni che crescono lateralmente, che si distaccano dalla pianta madre e vengono rilasciati in abbondanza nei corpi idrici.
Sebbene la pianta possa crescere anche a temperature inferiori ai 10°C, mostra una particolare sensibilità al freddo e al gelo che ne causa il deperimento. L'intervallo di temperatura ottimale è 22-30°C e i semi germinano con temperature di almeno 20° C. In assenza di gelo, può superare la stagione invernale nella forma di piccole rosette “appiattite” sulla superficie dell’acqua. Nel caso in cui vi sia produzione di semi vitali, questi possono mantenere la vitalità dopo l’inverno (resistenza a eventuali gelate temperature negative e al disseccamento), rappresentando un elemento di resistenza importante nella diffusione della specie.
In Europa è stata introdotta prevalentemente come pianta ornamentale per acquari, vasche e giardini. Più di recente, è stata utilizzata anche per ricerche finalizzate al suo utilizzo in progetti di fitorisanamento per la rimozione di nutrienti e metalli pesanti.
Altre vie possibili includono la diffusione accidentale in natura a seguito della pulizia degli acquari o attraverso attrezzature ed equipaggiamenti per il tempo libero (ad esempio attrezzi da pesca o da canoa). Propaguli della pianta (semi, piccoli cloni resistenti al disseccamento) possono aderire, grazie anche al fango, ad attrezzi, calzature, macchinari utilizzati in aree infestate e venire così poi rilasciati inavvertitamente in nuove aree. Sempre rilevante per l’espansione secondaria è la diffusione come “autostoppista” su imbarcazioni lungo i corpi idrici, ma anche tra corpi idrici non in diretta connessione (trasporto terrestre imbarcazioni).
Oltre a vettori mediati dall’uomo, P. stratiotes può essere dispersa naturalmente dalla corrente lungo i fiumi e grazie all’avifauna acquatica.
Le parti galleggianti della pianta formano dense masse che rappresentano un ambiente idoneo per il proliferare di insetti nocivi per l’uomo, quali zanzare che possono essere portatrici di gravi malattie. Inoltre, possono interferire con la navigazione lungo i canali e il funzionamento delle centrali idroelettriche, ostacolare il deflusso idrico lungo i canali d’irrigazione, aumentare il rischio di esondazioni. Effetti negativi possono registrarsi anche per le attività ricreative (ostacolo all’accesso dei corpi idrici, impoverimento delle specie ittiche nei siti per la pesca).
La presenza di P. stratiotes può causare un aumento della mortalità di pesci e macroinvertebrati. Sono documentati anche effetti negativi sui siti di riproduzione di alcune specie ittiche, a causa dell’aumento dei tassi di insabbiamento.
Questa specie può provocare profonde alterazioni e cambiamenti a lungo termine sulla biodiversità e sugli ecosistemi acquatici. I densi tappeti galleggianti di P. stratiotes bloccano la luce solare, riducendo la produzione primaria e diminuendo la torbidità dell'acqua nella colonna d’acqua sottostante. In queste condizioni, vi è una diminuzione dei livelli di ossigeno e un aumento dei livelli di nitrato, ammonio e fosforo. Sotto gli strati galleggianti si assiste a un limitato rimescolamento della colonna d'acqua (schermatura dal vento), che può diventare termicamente stratificata, con riduzione dei livelli di ossigeno disciolto e aumento dell'alcalinità. Come risultato di questa alterazione dell'habitat, la vegetazione sommersa può avere gravi impatti e subire un drastico impoverimento.
In presenza di nuclei ridotti e in uno stadio iniziale d'infestazione, Pistia stratiotes può essere rimossa attraverso la rimozione manuale e meccanica, precauzionalmente prima della fioritura (e fruttificazione) della specie. È bene pianificare una serie di interventi ripetuti per rimuovere del tutto le piante che possono sfuggire durante gli interventi. L'utilizzo di barriere galleggianti durante le attività di rimozione è utile a limitare la dispersione di propaguli. Successivamente un’attenta pulizia di mezzi ed equipaggiamento utilizzati servirà ad evitare la dispersione accidentale della specie in altri siti.
Sono noti diversi agenti di controllo biologico, ma il loro utilizzo non è mai stato testato in Italia e, in caso, deve essere attentamente regolato (autorizzazione rilasciata dal MASE e subordinata ad uno specifico studio del rischio).
P. stratiotes è sensibile a diversi prodotti fitosanitari, il cui utilizzo negli ambienti acquatici o in prossimità degli stessi è tuttavia soggetto a innumerevoli restrizioni e divieti a causa degli effetti negativi che potrebbero arrecare alla biodiversità, alla qualità delle acque e alla salute dell'uomo.
Scheda realizzata da: ISPRA
Scheda della specie (PDF)
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ISPRA. Sito specieinvasive.isprambiente.it