Callosciurus finlaysonii (Horsfield, 1823)
Lo scoiattolo variabile, o scoiattolo di Finlayson, è un roditore arboricolo di medie dimensioni originario del Sud-est asiatico. Ha un corpo di circa 21 cm e una coda folta lunga circa 22-24 cm. Risulta leggermente più piccolo dello scoiattolo rosso (specie nativa dell'Europa), con un peso di circa 200-250 grammi negli esemplari adulti. Il mantello è generalmente marrone-olivastro nella parte superiore e color crema nella parte ventrale, ma possono esserci molte variazioni di colore sia sul dorso che sulla coda, anche con più colori insieme.
Mammalia
Rodentia
Sciuridae
Sciurus finlaysonii Horsfield, 1824
Finlayson's squirrel, Variable squirrel
Callosciurus finlaysonii è originario del Sud-est asiatico, precisamente di Myanmar, Thailandia, Cambogia, Repubblica democratica popolare del Laos e Vietnam.
È stato introdotto in Giappone, Singapore ed Europa.
In Italia sono presenti due popolazioni di Callosciurus finlaysonii: una ad Acqui Terme (AL), in Piemonte, e l'altra lungo la costa tirrenica a cavallo tra Campania, Basilicata e Calabria. La popolazione di Acqui Terme è nata dal rilascio di due coppie nel 1981 in un parco urbano, mentre quella nel sud dell’Italia dal rilascio di 3-4 coppie a metà degli anni '80 nella zona di Maratea (PZ).
Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2025 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.
Lo scoiattolo di Finlayson è una specie principalmente arboricola e diurna, in grado di occupare una varietà di habitat forestali, come foreste dense, boschi radi e piantagioni di cocco, è anche noto per abitare montagne calcaree boscose. Nelle zone in cui è stato introdotto si è adattato anche agli ambienti urbani. Si nutre di vari semi e frutti, ma in inverno, quando questi scarseggiano oltre il 30% della dieta è costituito da linfa e corteccia.
Le femmine raggiungono la fertilità nel loro secondo anno di vita, dando alla luce generalmente 1-4 piccoli. Possono avere da una a tre cucciolate all'anno, con nascite concentrate in primavera e in autunno. Questi scoiattoli costruiscono nidi cospicui di rami e foglie, all'incirca delle dimensioni di un pallone da rugby, nella chioma degli alberi.
Questa specie è stata introdotta a causa di rilasci deliberati da parte dei cittadini e di fughe di individui mantenuti in cattività.
Dalle analisi effettuate su alcuni individui di C. finalysonii tenuti in cattività in alcuni negozi di animali è risultato che molti erano positivi al Dicrocoelium dentricum (Plathelminthes), che potrebbe essere trasferito anche all’uomo.
Lo scoiattolo variabile potrebbe mordere cavi elettrici, creando un certo impatto economico.
La specie potrebbe competere con lo scoiattolo meridionale Sciurus meridionalis, specie autoctona dell'estremo peninsulare italiano con cui potrebbe venire in contatto. Inoltre, potrebbe creare importanti danni attraverso la predazione di nidiacei.
Oltre a nutrirsi di varie parti vegetali (frutti, gemme, foglie, parti apicali, compresi i semi con gravi implicazioni per la disseminazione), Callosciurus finlaysonii può avere un impatto significativo a causa del suo comportamento di scortecciatura su varie specie di alberi nativi, con una preferenza per le piante decidue. Lo scortecciamento si verifica principalmente tra la fine dell'autunno e l'inverno, quando altre fonti di cibo sono meno disponibili e può rendere le piante più suscettibili all’attacco di malattie e parassiti.
In Italia esistono diversi esempi già sperimentati (es. Progetto LIFE U-SAVEREDS) di misure di prevenzione nei confronti delle specie di scoiattoli alloctoni, come la costituzione di una Task Force "Alien Squirrel Emergency Team", formata da un team di esperti che supporta le autorità locali in risposta agli avvistamenti di scoiattoli alieni.
Nei Paesi in cui è già presente C. finlaysonii l’attuazione di protocolli di monitoraggio annuale può aiutare a rilevare cambiamenti nella distribuzione della specie, coinvolgendo proprietari terrieri, cacciatori, guardiaparco, GEV e carabinieri forestali. Tra le tecniche di monitoraggio della presenza più efficaci ci sono le trappola per peli (hair tube).
I dati sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0)
ISPRA. Sito specieinvasive.isprambiente.it