Ameiurus melas (Rafinesque, 1820)
Il pesce gatto nero è un pesce osseo d’acqua dolce appartenente alla famiglia Ictaluridae. Presenta tipicamente una colorazione che varia dal nero o bruno-olivastro sul dorso, sfumando verso la parte inferiore del corpo. Sui fianchi tende dal verde scuro al dorato, mentre il ventre è bianco giallastro o grigiastro. Gli esemplari di piccole dimensioni (3-5 cm) sono invece quasi completamente neri, con il solo addome di colore più chiaro. Il corpo, claviforme e privo di squame, è tozzo e robusto, con una testa grande e appiattita e occhi piccoli. La bocca, molto ampia, è munita di denti corti conici, disposti su più file e contornata da quattro coppie di barbigli molto sviluppati e di colore scuro. La pinna dorsale e quelle pettorali sono dotate di robuste spine, la pinna adiposa è ben sviluppata, la pinna anale presenta una banda più chiara alla base ed è di forma arrotondata come quelle pelviche, mentre la pinna caudale si presenta di forma più squadrata. Gli esemplari adulti possono raggiungere lunghezze fino a 66 cm e peso di 3,6 kg, anche se le popolazioni introdotte in Europa mostrano accrescimenti minori con lunghezze comunemente comprese tra i 15 cm e i 30 cm e pesi intorno ai 0,7-0,8 kg.
Teleostei
Siluriformes
Ictaluridae
Ictalurus melas (Rafinesque, 1820)
Silurus melas Rafinesque, 1820
Black Bullhead
L'areale nativo di Ameiurus melas comprende i bacini interni delle zone centrali e orientali del Nord America. Nello specifico, si estende dal Saskatchewan meridionale e dal Manitoba in Canada, estendendosi fino al Lago Ontario, e più a sud fino al Golfo del Messico, in particolare lungo le coste della Louisiana e del Texas.
È stato introdotto in diverse regioni, tra cui alcune parti della California, Nevada. La prima segnalazione in Europa risale al 1871 in Francia, da dove si è diffuso in molti altri paesi nel corso del XX secolo. In Europa, attualmente risultano popolazioni stabilizzate nei seguenti paesi: Austria, Bulgaria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Spagna, inclusi la Svizzera, il Regno Unito e l’Ucraina.
In Italia Ameiurus melas si è diffuso in modo significativo a partire dalla sua introduzione all’inizio del XX secolo. La specie è stata registrata per la prima volta in Italia nel 1904 e da allora si è diffusa in varie regioni centrali e settentrionali del paese e nelle due isole maggiori. Popolazioni abbondanti si registrano in particolare nella porzione planiziale dei bacini idrografici dei grandi fiumi (ad esempio nel basso corso del Po e nei canali ad esso collegati e lungo il bacino del Tevere).
Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2025 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.
Ameiurus melas è dotato di una grande capacità di adattamento alle più svariate tipologie di habitat e una estrema tolleranza alle condizioni ambientali più estreme, consentendogli di colonizzare la maggior parte dei sistemi acquatici. Predilige habitat come stagni, laghi e fiumi a lento scorrimento con fondali fangosi o sabbiosi. È noto per la sua capacità di prosperare anche in acque salmastre.
È una specie principalmente notturna, ma gli esemplari più giovani possono alimentarsi anche durante il giorno. Durante le prime fasi di sviluppo è essenzialmente planctivoro, per poi diventare onnivoro. È un predatore generalista: può nutrirsi di pesci, uova di pesce, invertebrati acquatici, piante acquatiche, invertebrati terrestri.
La riproduzione avviene nel periodo primaverile-estivo, quando la temperatura dell'acqua varia tra 21°C e 30°C. La femmina prepara un nido liberando detriti dal substrato, dove depone, in una o più riprese, 6000-8000 uova/kg peso corporeo, del diametro di circa 3 mm, riunite in un ammasso mucoso. Entrambi i genitori partecipano alla sorveglianza e ossigenazione delle uova fino alla schiusa, che avviene dopo 5-10 giorni a seconda della temperatura. Da questo momento è solo il maschio a proteggere i nuovi nati ancora per alcune settimane.
Il tasso di crescita dei pesci gatto neri varia notevolmente a seconda delle condizioni ambientali. Nelle popolazioni europee le femmine raggiungono generalmente la maturità a lunghezze comprese tra 52 mm e 155 mm ed età tra 1 e 3,5 anni, mentre i maschi maturano a dimensioni leggermente maggiori.
Il pesce gatto nero è stato inizialmente portato in Europa per la pesca sportiva e l'acquacoltura. Si è adattato bene a diversi ambienti acquatici, portando a una diffusione ampia. Un ulteriore possibile vettore d’introduzione potrebbe essere costituito dalla liberazione volontaria o accidentale in natura di esemplari detenuti per scopo ornamentale in acquari o laghetti.
La diffusione del pesce gatto nero nelle nostre acque può rappresentare un pericolo per le specie native per la sua azione predatoria nei confronti degli altri pesci (in particolare a danno di uova e stadi giovanili). A causa della sua voracità e della sua aggressività potrebbe entrare in competizione trofica con altri predatori nativi.
L'introduzione di Ameiurus melas ha avuto conseguenze ecologiche significative. È noto per il suo alto tasso riproduttivo e la capacità di adattarsi a diverse condizioni ambientali, il che ha contribuito al suo successo nell'instaurarsi in ecosistemi non nativi. È in grado di alterare le funzioni dell’ecosistema in cui viene immesso smuovendo il fondo e aumentando la torbidità dell’acqua, causando una diminuzione della crescita e della densità delle macrofite acquatiche e riducendo l’efficienza predatoria di predatori che cacciano a vista.
Come misura preventiva è importante effettuare un’opera di sensibilizzazione pubblica riguardo le possibili conseguenze dell'introduzione e della diffusione di A. melas in ambienti non ancora interessati dalla presenza della specie.
Le tecniche utilizzate per rimuovere gli esemplari di questa specie da stagni o bacini artificiali comprendono l’utilizzo di piscicidi come il rotenone e lo svuotamento o prosciugamento del corpo idrico stesso. Tuttavia, questi sistemi possono avere importanti ripercussioni sull’habitat interessato e su tutta la fauna acquatica in esso presente.
Tra i metodi di rimozione meccanica, nasse, trappole e l’elettropesca hanno dimostrato di essere strumenti abbastanza selettivi ed efficaci nella riduzione numerica delle popolazioni.
In generale, comunque un approccio integrato è da preferire in quanto non esiste un unico metodo efficace applicabile in ogni situazione ambientale.
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ISPRA. Sito specieinvasive.isprambiente.it