Xenopus laevis (Daudin, 1802)
Lo xenopo liscio è un anfibio appartenente all’Ordine degli Anuri e alla Famiglia Pipidae. I maschi raggiungono i 5–6 cm di lunghezza e un peso di circa 60 g, mentre le femmine possono arrivare fino a 10–12 cm di lunghezza e 200 g di peso. La pelle è liscia e presenta una colorazione variegata dal grigio al verde oliva sul dorso, mentre il ventre è biancastro con sfumature giallastre. Il corpo è appiattito e la testa di forma triangolare. Sono privi di lingua e di dentatura, non presentano orecchie esterne. Nei maschi manca il sacco vocale. Gli occhi, piccoli e situati nella parte anteriore del capo, sono privi di palpebre. Gli arti anteriori sono piccoli e non palmati, mentre le zampe posteriori sono grandi e palmate e sulle falangi distali delle prime tre dita sono presenti dei piccoli artigli. In condizioni ideali gli individui possono vivere fino a 15-20 anni.
Amphibia
Anura
Pipidae
Bufo laevis Daudin, 1802
Dactylethra laevis (Daudin, 1802)
Pipa laevis (Daudin, 1802)
African Clawed Frog
Autore: Brian Gratwicke Licenza: CC BY 2.0
Autore: Holger Krisp Licenza: CC BY 3.0
Autore: Ben Rschr Licenza: CC BY 2.5
Xenopus laevis è un anfibio originario dell’Africa subsahariana. L'areale della specie va dall'Angola meridionale alla provincia del Capo in Sudafrica, comprendendo Zambia, Malawi, Mozambico, Zimbabwe, Botswana, Namibia, Lesotho e Swaziland.
A causa del grande utilizzo come animali da laboratorio e da acquario, si è diffusa in alcuni territori degli Stati Uniti d'America meridionali (California, Arizona), in Messico, in Cile, in Galles, in Francia e, recentemente, in Italia (Sicilia).
La specie è stata documentata per la prima volta in Italia nel 1999 in Sicilia, dove è attualmente presente con una popolazione riproduttiva ed in espansione.
Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2025 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.
Lo Xenopo liscio si ciba di organismi acquatici, in prevalenza crostacei (copepodi e cladoceri), insetti nectonici (efemerotteri, zigotteri e anisotteri) e bentonici (chironomidi e ceratopogonidi). In minor parte di animali terrestri caduti accidentalmente in acqua e si può nutrire anche di uova e larve di altre specie di anfibi.
La riproduzione è esterna; una femmina può arrivare a deporre diverse centinaia di uova per deposizione. In anni favorevoli da un punto di vista climatico e delle risorse trofiche disponibili sono possibili più deposizioni nell’arco della stessa stagione riproduttiva.
Le principali vie di introduzione della specie sono verosimilmente riconducibili ad eventi di rilascio volontario o involontario in natura di individui detenuti in cattività.
La specie mostra impatti negativi sulle popolazioni locali di numerosi anfibi, pesci e invertebrati acquatici, di cui si nutre.
Inoltre, lo Xenopo liscio è vettore di Ranavirus e probabile vettore asintomatico della chitridiomicosi (Batrachochytrium dendrobatidis), entrambi patogeni che possono avere effetti su altre specie di anfibi.
Il principale impatto è la perdita di biodiversità dei corpi idrici in cui la specie si insedia, determinato principalmente da meccanismi di predazione.
Il contenimento e l’eradicazione delle popolazioni invasive presenti nel territorio nazionale è attuabile attraverso la cattura e la rimozione, che possono interessare tutti gli stadi del ciclo vitale dello xenopo liscio (uova, girini ed individui metamorfosati):
Tutti i metodi esposti sono applicabili singolarmente o in combinazione tra loro a seconda delle caratteristiche degli invasi interessati.
I dati sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0)
ISPRA. Sito specieinvasive.isprambiente.it