Autore: © Martin Mandák

Lo xenopo liscio è un anfibio appartenente all’Ordine degli Anuri e alla Famiglia Pipidae. I maschi raggiungono i 5–6 cm di lunghezza e un peso di circa 60 g, mentre le femmine possono arrivare fino a 10–12 cm di lunghezza e 200 g di peso. La pelle è liscia e presenta una colorazione variegata dal grigio al verde oliva sul dorso, mentre il ventre è biancastro con sfumature giallastre. Il corpo è appiattito e la testa di forma triangolare. Sono privi di lingua e di dentatura, non presentano orecchie esterne. Nei maschi manca il sacco vocale. Gli occhi, piccoli e situati nella parte anteriore del capo, sono privi di palpebre. Gli arti anteriori sono piccoli e non palmati, mentre le zampe posteriori sono grandi e palmate e sulle falangi distali delle prime tre dita sono presenti dei piccoli artigli. In condizioni ideali gli individui possono vivere fino a 15-20 anni.

  • Classe

    Amphibia

  • Ordine

    Anura

  • Famiglia

    Pipidae

  • Sinonimi principali

    Bufo laevis Daudin, 1802
    Dactylethra laevis (Daudin, 1802)
    Pipa laevis (Daudin, 1802)

  • Nome inglese

    African Clawed Frog

Autore: Brian Gratwicke  Licenza: CC BY 2.0

Autore: Holger Krisp  Licenza: CC BY 3.0

Autore: Ben Rschr  Licenza: CC BY 2.5

Area di presenza naturale

Xenopus laevis è un anfibio originario dell’Africa subsahariana. L'areale della specie va dall'Angola meridionale alla provincia del Capo in Sudafrica, comprendendo Zambia, Malawi, Mozambico, Zimbabwe, Botswana, Namibia, Lesotho e Swaziland.

Area di introduzione

A causa del grande utilizzo come animali da laboratorio e da acquario, si è diffusa in alcuni territori degli Stati Uniti d'America meridionali (California, Arizona), in Messico, in Cile, in Galles, in Francia e, recentemente, in Italia (Sicilia).

Distribuzione in Italia

La specie è stata documentata per la prima volta in Italia nel 1999 in Sicilia, dove è attualmente presente con una popolazione riproduttiva ed in espansione.

Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2025 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.

Biologia ed ecologia

Lo Xenopo liscio si ciba di organismi acquatici, in prevalenza crostacei (copepodi e cladoceri), insetti nectonici (efemerotteri, zigotteri e anisotteri) e bentonici (chironomidi e ceratopogonidi). In minor parte di animali terrestri caduti accidentalmente in acqua e si può nutrire anche di uova e larve di altre specie di anfibi.
La riproduzione è esterna; una femmina può arrivare a deporre diverse centinaia di uova per deposizione. In anni favorevoli da un punto di vista climatico e delle risorse trofiche disponibili sono possibili più deposizioni nell’arco della stessa stagione riproduttiva.

Vettori di introduzione

Le principali vie di introduzione della specie sono verosimilmente riconducibili ad eventi di rilascio volontario o involontario in natura di individui detenuti in cattività.

Impatti

Impatto su altre specie

La specie mostra impatti negativi sulle popolazioni locali di numerosi anfibi, pesci e invertebrati acquatici, di cui si nutre.
Inoltre, lo Xenopo liscio è vettore di Ranavirus e probabile vettore asintomatico della chitridiomicosi (Batrachochytrium dendrobatidis), entrambi patogeni che possono avere effetti su altre specie di anfibi. 

Impatto sugli ecosistemi

Il principale impatto è la perdita di biodiversità dei corpi idrici in cui la specie si insedia, determinato principalmente da meccanismi di predazione.

Metodi di gestione

Il contenimento e l’eradicazione delle popolazioni invasive presenti nel territorio nazionale è attuabile attraverso la cattura e la rimozione, che possono interessare tutti gli stadi del ciclo vitale dello xenopo liscio (uova, girini ed individui metamorfosati):

  • Rimozione delle ovature (rinvenibili da marzo ad ottobre, ma più frequenti da quando la temperatura acquatica raggiunge i 20° C), attraverso il prelievo manuale o con l’aiuto di un retino a maglia fine.
  • Cattura regolare dei girini per mezzo di retini o altri strumenti, quali nasse o bottiglie di plastica modificate a tale scopo.
  • Il prelievo di esemplari giovani ed adulti, osservabili da marzo ad ottobre, tramite cattura attraverso nassa classica, nassa galleggiante o isolamento dei corpi idrici.

Tutti i metodi esposti sono applicabili singolarmente o in combinazione tra loro a seconda delle caratteristiche degli invasi interessati.

Scheda realizzata da: ISPRA