Poligono dell'Himalaya

Koenigia polystachya (Wall. ex Meisn.) T.M.Schust. & Reveal

Autore: Gilles San Martin    Licenza: CC BY-SA 3.0

Il poligono dell'Himalaya è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Polygonaceae e originaria della regione subalpina dell’Himalaya. Ha portamento arbustivo e può raggiungere un’altezza a maturità di 70-120 (250) cm. Il fusto è eretto, robusto e più o meno ramificato, spesso di colore marrone-rossastro. Le foglie sono alterne, lanceolate, auricolate o leggermente cordate alla base, di dimensioni di 2,8-7,8 × (7,5-) 9-22 (27) cm. Alla base delle foglie è presente una sorta di guaina membranosa bruno-rossastra, che avvolge il fusto. Produce infiorescenze paniculate, ascellari all’estremità del fusto, lunghe 4-11 cm e fogliose alla base. I fiori sono lunghi 3-5 mm, di colore bianco-crema o talvolta rosato. I tepali sono 5, oblunghi quelli esterni (2) e obovati gli interni (3). I semi sono acheni trigoni marroni, lunghi 2,1-2,5 mm e larghi 1,3-1,8 mm. La fioritura si ha da luglio a ottobre.

  • regno

    Plantae

  • divisione

    Tracheophyta

  • classe

    Magnoliopsida

  • ordine

    Caryophyllales

  • famiglia

    Polygonaceae

  • sinonimi principali

    Aconogonon polystachyum (Wall. ex Meisn.) Haraldson
    Polygonum polystachyum Wall. ex Meisn.

  • nome inglese

    Himalayan knotweed

Autore: Morten Ross
Licenza: CC BY-NC 4.0

Autore: Morten Ross
Licenza: CC BY-NC 4.0

Autore: Morten Ross
Licenza: CC BY-NC 4.0

area di presenza naturale

Koenigia polystachya è originaria dell'Asia (Cina sud-occidentale, subcontinente indiano, Myanmar, Afghanistan), in particolare della regione subalpina dell’Himalaya.
È presente nei sistemi alpini e subalpini (fin oltre i 3000 m s.l.m.) e, con meno intensità, nelle formazioni forestali al di sotto del limite degli alberi.

area di introduzione

In Europa il poligono dell'Himalaya risulta naturalizzato in diversi Stati (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Norvegia e Regno Unito), dove è stato rivenuto in habitat ruderali, lungo le strade, le ferrovie, sulle rovine di vecchi insediamenti, in terreni abbandonati, come residuo di coltivazione vicino ad abitazioni, ma anche lungo i corsi d’acqua e le zone umide. È segnalata anche nelle formazioni forestali.

distribuzione in italia

Koenigia polystachya è presente come naturalizzata in due regioni italiane: Lombardia e Piemonte. In Piemonte la specie è presente allo stato spontaneo probabilmente dal 1983, ma risulta coltivata già dal 1964 (Premeno e Miazzina, VCO), mentre in Lombardia è stata rinvenuta nel 2005 nella frazione di Ostino a Montegrino Val Travaglia (VA). Nel 2013 è stata invece trovata nella Provincia Autonoma di Bolzano, in Val Sarentino, ma la sua presenza è di tipo occasionale.
Gli habitat colonizzati sono simili alla realtà europea. Da notare che in Italia come in altri Stati, K. polystachya è stata rinvenuta in aree di probabile abbandono di scarti vegetali.

Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2025 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.

News

biologia ed ecologia

Koenigia polystachya è in grado di adattarsi a diverse condizioni ambientali. Un resistenze e vigoroso sistema radicale rappresenta l’organo chiave del suo successo. Infatti, nelle giuste condizioni, ha una crescita rapida che le permette di costituire nuclei monospecifici densi ed estesi. Più che la produzione di semi, è la moltiplicazione vegetativa che assicura una rapida riproduzione e diffusione della specie. Inoltre, ogni nodo della pianta è in grado di produrre radici e nuove piante che possono originarsi anche da frammenti lunghi 1-2 cm.
Predilige suoli con un buon livello di umidità e ricchi di sostanze nutritive, in diverse condizioni di luce. È in grado di colonizzare habitat caratterizzati da un certo livello di perturbazione naturale, quali pendii erosi, aree rocciose e zone interessate da valanghe. Pur preferendo le aree aperte, può diffondersi anche in formazioni forestali.

News

vettori di introduzione

Koenigia polystachya è stata introdotta in Europa e in Italia come pianta ornamentale. È probabile che la sua ampia diffusione sia legata alla vendita, in particolare on line, sotto nomi diversi (sinonimi, nomi errati, nomi volgari).
La frequente coltivazione e il successivo abbandono nell’ambiente di scarti vegetali vitali, derivati dal taglio della pianta nei giardini, rappresentano un ulteriore mezzo di diffusione della specie.
Un’altra possibile via d’introduzione ed espansione secondaria è la movimentazione di suoli contaminati da propaguli vitali (frammenti di rizoma o fusto).
Frammenti di K. polystachya possono essere dispersi anche da fattori naturali, quali la corrente lungo i corsi d’acqua, ad esempio in seguito ad esondazioni.

impatti

RAPPORTI CON L’UOMO, IMPATTO SANITARIO E SOCIOECONOMICO

La presenza massiva di K. polystachya può ostacolare il libero accesso alle zone infestate, con un impatto negativo sulla libera fruizione di aree quali corsi d’acqua o altri ambienti. In ambito urbano è in grado di crescere attraverso il cemento e l’asfalto, generando il degrado del valore culturale di queste aree, qualora venissero invase, e possibili impatti economici, legati a danni a infrastrutture e manufatti; inoltre, può ostruire la vista dei cartelli stradali e comportare un aumento della spesa per lo sfalcio delle infestanti.

IMPATTO SU ALTRE SPECIE

Il poligono dell'Himalaya è in grado di creare velocemente nuclei monospecifici densi ed estesi, entrando in competizione con le specie native lungo i corsi d’acqua, sostituendole e impedendone il rinnovamento. Inoltre, può causare una riduzione della qualità degli habitat ripariali a danno della fauna, in particolare di alcune specie d’insetti.

 IMPATTO SUGLI ECOSISTEMI

La specie cresce rapidamente anche in altezza e produce un abbondante fogliame, alterando i parametri ambientali dei siti colonizzati con una diminuzione della quantità di luce al suolo, a scapito delle specie vegetali meno vigorose e di dimensioni più ridotte; inoltre, la produzione di un’abbondante lettiera può inibire la germinazione di altre piante e ridurre le concentrazioni di nutrienti nel suolo. Lungo le sponde dei corsi d’acqua può causare un aggravarsi dell’erosione poiché, soprattutto durante la stagione tardo autunnale e invernale, quando la pianta va a riposo, le sponde restano nude esponendole maggiormente all’azione degli eventi atmosferici.

metodi di gestione

Per la rimozione di poche piante o nuclei di dimensioni ridotte di Koenigia polystachya, si può ricorrere a tecniche di rimozione fisica. In particolare, per gli esemplari molto giovani con un apparato ipogeo ancora superficiale e poco esteso si può procedere alla rimozione manuale, che per essere efficace deve interessare per intero sia la parte epigea che ipogea. A mano a mano che i nuclei di piante aumentano di dimensioni e presentano sistemi ipogei più estesi e profondi, è necessario ricorrere a escavatori per poter asportare anche gli strati di suolo più profondi occupati dal rizoma. Si tratta di una tecnica invasiva e non applicabile in aree soggette a dissesto, su terreni instabili e scoscesi o in zone impervie. In alternativa, si può intervenire con uno sfalcio ripetuto e prolungato nel tempo, per portare a esaurimento la vitalità e la capacità rigenerativa delle piante.
In alcuni casi la copertura con teli pacciamanti (geotessili permeabili) e il successivo interramento dei nuclei ha dato buoni risultati.
Potenzialmente anche il pascolo (ovini, caprini, equini) può rivelarsi una misura utile per il controllo su estensioni rilevanti più che per l’eradicazione, soprattutto quando le piante si trovano nei primi stadi di crescita.
Un approccio integrato rappresenta spesso la strada più efficace da percorrere per eradicare Koenigia polystachya.

Scheda realizzata da: ISPRA

  • Scheda della specie (PDF)